Astrologia Previsionale - Astrologia oraria, elettiva, classica e Magia Astrologica
Riporto qui di seguito un mio articolo pubblicato in un recente numero della rivista Sestile.
CONSIGLI PER L’INTERPRETAZIONE DI UNA CARTA ORARIA
Elenco qui di seguito alcuni consigli pratici relativi ad alcune delle questioni più spesso fraintese dell’astrologia oraria, e che quindi è bene chiarire per evitare errori previsionali.
1 Interpretare la carta oraria sempre e solo in riferimento alla domanda posta: essa è il tema natale della domanda, non quello della persona! Il modo migliore per sbagliare la risposta a una domanda oraria è quello di voler descrivere vita, morte e miracoli dei protagonisti della questione, nonché tutti i vari dettagli secondari che peraltro raramente interessano il consultante. Questo espone l’astrologo a un grave rischio, perché non di rado la risposta alla domanda principale risulta corretta, ma quella relativa ai particolari secondari è totalmente sbagliata, il che può bastare a compromettere l’impressione che il consultante si farà di voi come astrologi, nonostante abbiate centrato il punto principale.
Molti astrologi quando scrivono libri e articoli amano dilungarsi in questi dettagli, senza però specificare che si tratta di analisi a posteriori e che pretendere di individuarli ex ante è molto rischioso. Con questo non intendo affermare che queste cose non possano mai essere desunte da una carta oraria, ma voglio semplicemente dire che una carta oraria “è tenuta” a rispondere soltanto alla precisa domanda posta, e non a tutti i particolari accessori, se questi ultimi non sono stati esplicitamente richiesti in sede di consulto. Se il consultante domanda anche in merito ad essi, vi è sicuramente una base più attendibile per rispondere, a patto che l’astrologo sia abbastanza esperto. Il fatto è che in assenza di un’esplicita domanda manca una base per orientarsi nella selva polisemica dei simboli. Basti pensare che uno stesso pianeta in un certo contesto può venire in ballo per i suoi significati naturali (i quali sono a loro volta numerosi, quindi quale scegliere tra essi?), oppure per quelli accidentali (cioè per la casa che occupa o governa…la quale a sua volta non rappresenta una sola cosa!), o magari perché rappresenta le caratteristiche fisiche o caratteriali di una persona coinvolta nella questione, o addirittura di una persona terza che ha in essa soltanto un ruolo secondario. A questo riguardo mi vengono in mente anche le acrobazie che William Lilly faceva per indovinare le caratteristiche fisiche del consultante o di altre persone, come per esempio cicatrici o nei, e perfino le parti del corpo in cui si trovavano. Anche in questo caso l’obiezione è la stessa: se esse non sono oggetto di domanda, perché mai la carta oraria dovrebbe indicarle in maniera attendibile? Diverso sarebbe se per esempio il consultante ci chiedesse la descrizione fisica del suo rivale in amore: in questo caso avremmo sicuramente una base più solida per affermare che quel Marte che affligge il significatore del rivale indica proprio una cicatrice, o altri simili sfregi. Ma è evidente che in tutti gli altri casi si tratterebbe di un’affermazione del tutto arbitraria.
Un’applicazione particolarmente interessante di questi principi si ha nelle domande sulle relazioni. Nelle orarie che vertono esplicitamente sui sentimenti (“Mi ama?”) il fatto che il significatore di uno dei due sia nelle dignità del significatore dell’altro significa che questi lo ama o comunque prova qualcosa per lui; ma un giudizio di questo tipo può essere espresso con certezza soltanto se la domanda verte esplicitamente sui sentimenti, e non in qualsiasi carta inerente alle relazioni. Se per esempio il consultante domanda: “Quando mi chiamerà la prossima volta?” il fatto che il significatore dell’altra persona sia nel domicilio del significatore del consultante non significa necessariamente che l’altra persona lo ama, visto che il consultante non vuol sapere questo. Il principio di base che deve sempre guidarci nell’interpretazione è quello secondo cui i vari elementi della carta se considerati di per sé non hanno alcun significato, in quanto lo acquistano soltanto in relazione alla domanda che è stata posta. È proprio questo che rende l’astrologia oraria più precisa del tema natale quando si tratta di fare previsioni.
2 Non ripetere più volte la stessa domanda finché non c’è un sostanziale cambiamento della situazione, tale da giustificare la riproposizione della domanda.
È una situazione in cui ci si imbatte spesso quando il consultante, pur masticando un po’ di oraria, non la conosce abbastanza bene da ottenere risposte certe. Se il consultante ha posto una domanda oraria pensando di interpretarla lui stesso, e in seguito, essendo rimasto in dubbio circa la risposta, decide di consultare un astrologo, costui non dovrebbe erigere una nuova carta oraria se non è passato molto tempo e le cose da allora non sono cambiate: meglio interpretare la carta che il consultante aveva già eretto per conto suo. Altrimenti la cosa equivarrebbe a ripetere due volte la stessa domanda, con la conseguenza che la seconda carta probabilmente sarebbe poco attendibile. L’astrologo, quindi, dovrebbe sempre interpellare il consultante a questo riguardo per accertarsi che non abbia già posto pochi giorni prima quella stessa domanda con l’intenzione di rispondere lui stesso.
3 Riformulare le domande complesse per semplificarle
Spesso i consultanti nel porre le domande aggiungono dettagli che non soltanto sono inutili ai fini dell’interpretazione della carta, ma anzi possono facilmente fuorviare l’astrologo inesperto. Per esempio recentemente una signora mi ha chiesto un’opinione in merito alla scelta dei significatori in una carta apparentemente complessa: la consultante, essendo ansiosa di rivedere il suo ragazzo, voleva sapere se un certo ufficio gli avrebbe concesso un permesso per motivi di salute così che lui avrebbe potuto raggiungerla negli Stati Uniti. Quali case doveva considerare per la scelta dei significatori? La sesta per la salute? La nona per l’estero? E quale casa rappresentava l’ufficio? Le risposi che queste case erano probabilmente del tutto inutili: la consultante in realtà voleva semplicemente sapere se avrebbe rivisto il suo ragazzo (cosa possibile solo se lui fosse andato a trovarla negli U.S.A.), quindi era sufficiente verificare se i significatori delle due persone formavano aspetti applicativi che potevano indicare questo incontro…Punto e basta!
4 Lasciate parlare la carta oraria senza sovrapporre ad essa gli schemi rigidi appresi dai manuali. In astrologia esistono soltanto principi, non regole fisse; il loro studio è molto utile, anzi indispensabile, ma con l’esperienza si impara ad applicarli in maniera elastica adattandoli al caso concreto. Ad ogni domanda oraria, infatti, il Cielo risponde con i mezzi che ha a disposizione in quel momento, quindi non esiste un solo modo per rispondere a un certo tipo di domande. Le procedure esposte nei manuali hanno più che altro una funzione esemplificativa, e dunque non pretendono di essere esaustivi. Di solito l’esame degli aspetti applicativi del signore dell’Asc e della Luna rappresentano il modo migliore per capire quali sono i significatori e in che modo la carta intende rispondere alla nostra domanda, perché ci dicono appunto in che direzione sta per evolversi la questione. Considerate sempre anche i pianeti posti a 29° o 0° di un segno, perché il cambiamento di dignità e ricezioni non di rado basta da solo per rispondere alla domanda.
5 Siate molto elastici nelle previsioni relative ai tempi, e fatele soltanto se esplicitamente richieste dal consultante. Di solito i gradi che separano il significatore più veloce (detto pulsans) dal perfezionamento di un aspetto con il più lento (detto receptor) indicano il numero di unità di tempo che mancano al verificarsi dell’evento oggetto della domanda. Poniamo per esempio che al perfezionamento dell’aspetto manchino 3°…Possiamo dunque affermare che mancano circa 3 di qualcosa, ma per specificare se si tratta di giorni, settimane o mesi (o magari anni) è meglio basarsi su ciò che è più verosimile in base al contesto concreto, perché la meccanica applicazione delle regole che alcuni autori danno a questo riguardo non sempre dà risultati attendibili.
6 La validità temporale di una carta oraria non può essere fissata a priori, perché dipende dal tipo di domanda posta e dalla successiva evoluzione degli eventi.
“Ogni quanto tempo si può ripetere una domanda oraria?”. La vera risposta è che non esiste una durata predeterminata e uguale per tutte le carte orarie. Tutto dipende dall’argomento della domanda e dalla rapidità con cui le cose cambieranno nel tempo. Poniamo che la domanda sia: “Mi ama?”. Si sa che i sentimenti possono cambiare nel tempo, quindi la risposta che si ottiene è relativa all’oggi…Ma se è passato un anno – o magari di più – e nulla è cambiato tra i due, si può benissimo fare a meno di riproporre la domanda. Al contrario, se sono passati anche solo due o tre mesi e si nota un cambiamento nel partner, potrebbe aver senso riproporre la domanda anche se non è passato molto tempo. Dunque il vero criterio da seguire in questi casi è quello di un rilevante cambiamento della situazione di fatto presente al momento della prima domanda. Per esempio è ben possibile che quello stesso partner che due mesi fa era innamorato della consultante abbia nel frattempo conosciuto qualche altra donna di cui si è invaghito.
Inoltre ci sono domande orarie che per loro stessa natura possono essere poste una volta sola nella vita. Se per esempio si domanda: “Mi sposerò?”, “Quando morirò?”, “Avrò figli?”, la risposta sarà valida per tutta la vita, in quanto ponendo una domanda di questo genere il consultante intendeva riferirsi non a un certo periodo, ma alla sua vita in generale. Diverso sarebbe se la domanda fosse: “Mi sposerò quest’anno?”: in questo caso è evidente che la domanda potrebbe ben essere riproposta l’anno successivo.
7 Le domande postate sui social network
Sappiamo che per le domande che il consultante decide di interpretare da solo vale l’ora in cui decide di rivolgere la domanda alle stelle, cioè di usare l’oraria per la risposta. Ma a tal fine sono necessarie due condizioni: 1) chi pone la domanda deve conoscere l’oraria, anche se non è un astrologo professionista 2) nel momento in cui pone la domanda si riprometteva di interpretare lui stesso la carta oraria. Il principio generale è infatti quello secondo cui la domanda si perfeziona soltanto nel momento in cui perviene a conoscenza di qualcuno che sia almeno astrattamente in grado di interpretarla. Ciò significa che un consultante che non ha studiato l’oraria non può validamente erigere carte orarie per il momento in cui decide di porre la domanda, e tanto meno può farlo se al momento della domanda si riprometteva di consultare qualcun altro per avere risposta. Questo vale anche per le domande postate in rete nei gruppi di discussione: se nel momento in cui il consultante pone la domanda sa già che non può o non vuole interpretarla lui stesso e si ripromette fin da allora di sottoporla al gruppo, l’ora valida non è quella in cui la domanda gli viene in mente, ma quella in cui viene letta dal primo degli iscritti al gruppo che sia in grado di interpretarla. Quindi fate attenzione, perché se rientrate in una di queste ipotesi le vostre carte potrebbero non essere valide. Le carte sono invece valide se il consultante mastica un po’ di oraria e in un primo momento intendeva rispondere lui stesso alla domanda, salvo poi decidere in seguito di rivolgersi a qualcun altro per dirimere i dubbi.